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Alcuni pazienti strabici possono avere una CRA armonica con visione binoculare anomala; in genere questo accade nei piccoli angoli di strabismo. In altri invece può sopprimere un occhio, eventualità frequente nei larghi angoli di strabismo.

Rendendo diversa una immagine retinica rispetto alla controlaterale, si interrompe la capacità di fusione sensoriale sia nella binocularità normale che nella binocularità anomala sostenuta da una CRA. Se vi è soppressione si interrompono i fatti inibitori che la sostengono. Il risultato in entrambi i casi è una “dissociazione” dei due campi visivi che si manifesta con una diplopia.
Un metodo semplice per rendere gradualmente diversa una immagine di un occhio dall’altro è l’uso di filtri ottici di densità gradualmente maggiore per tradizione di colore rosso che vengono utilizzati nello strabismo poiché la differenza di colore facilita la possibilità di discernere a quale occhio appartenga una immagine.
A tale scopo si usa la Stecca di Filtri Rossi di densità crescente, numerati secondo un criterio arbitrario, ma standardizzato.
Con tale scala si può valutare l’intensità delle interazioni sensoriali fra i due occhi quando il soggetto guarda una piccola luce di fissazione.

Si possono avere le seguenti possibilità:

  1. Soggetti con visione binoculare normale dove per interrompere la binocularità normale sono necessari filtri molto densi. Il soggetto normale vedrà due luci, una rossa ed una bianca, sovrapposte. Se si pone un prisma di 8-10D BE su di un occhio si sollecita la fusione motoria ed il paziente continua a vedere una sola luce: si pone allora un filtro sufficientemente denso da provocare diplopia interrompendo la fusione. Tale filtro può essere preso come misura dell’intensità del potere fusionale del soggetto. Un soggetto anisometrope ad esempio od un soggetto strabico che stia riacquistando una visione binoculare normale a seguito di un trattamento, può avere una fusione normale ma debole; la forza di tale processo fusionale può essere valutata dal filtro meno denso capace di interrompere la fusione e provocare diplopia.
  2. In un soggetto strabico è quasi sempre possibile trovare un filtro di densità sufficiente capace di farlo vedere doppio. Si parte dai filtri meno densi e si aumenta gradualmente la densità. Il filtro a densità minore capace di fare insorgere diplopia ci informa sulla intensità dell’adattamento sensoriale raggiunto.

Filtro rosso di Bagolini

Per i soggetti strabici è bene eseguire tale prova coi vetri striati montati sull’occhiale di prova, se ci si vuole rendere conto se noi interrompiamo una fusione sensoriale anomala (CRA) o se interrompiamo una soppressione. Il paziente vedrà o due strisce che si intersecano sulla lampadina (CRA con VBA) od una striscia sola indicante soppressione di un occhio. Il filtro a densità minore posto di fronte all’occhio deviato, capace di far vedere doppio ci indicherà l’intensità raggiunta dalla CRA nel primo caso o dalla soppressione nel secondo caso. Porre la stecca rossa sull’occhio deviato perché, ponendola sull’rocchio fissante, il paziente può, con una certa densità del filtro, cambiare fissazione. Il cambiamento dell’occhio fissante può di per sé facilitare la diplopia, ingannandoci sulla reale densità del filtro che interrompe il processo sensoriale in esame. La ricerca del filtro a densità minima capace di determinare diplopia può essere utile quando si teme l’insorgenza di una diplopia: ad esempio, a seguito di un trattamento antiambliopico o chirurgico in un soggetto che sia oltre l’età plastica, può insorgere diplopia. Se il soggetto vede doppio con filtri di densità inferiore al n°2-3 esiste effettivamente la possibilità che insorga diplopia.

Testo tratto da: STRABOLOGIA Diagnosi e terapia dello strabismo e del Nistagmo, Prof. Bruno Bagolini e Dr.ssa Mariarosa Zanasi - Verduci Editore, Roma